Quadricromia o colori Pantone?

L’annuncio del colore dell’anno secondo Pantone ci offre l’occasione per confrontare questo sistema di gestione del colore con la quadricromia, che in stampa lo riproduce (per approssimazione) tramite la combinazione di quattro inchiostri.

Puntualissimo, anche per questo 2022 ormai alle porte, Pantone ha decretato quale sarà il colore guida che per i prossimi dodici mesi dovremo abituarci a vedere un po’ ovunque: nella moda e nell’interior design, nelle tecnologie indossabili e nella grafica. Il colore Pantone dell’anno è un appuntamento molto atteso, che da 20 anni finisce inevitabilmente per influenzare lo sviluppo di prodotti appartenenti ai più svariati settori, condizionando di riflesso anche i nostri comportamenti di acquisto.

Una scelta ardua, che arriva dopo un’approfondita analisi delle tendenze in atto. Ogni anno, infatti, gli esperti del Pantone Color Institute scandagliano ogni angolo del globo e ogni campo dell’attività umana per carpire quei segnali che condizioneranno l’utilizzo del colore. Oltre al mondo dello spettacolo, della moda, del design e dell’arte, vengono presi in esame stili di vita e mete turistiche, la sfera del gioco e le condizioni socio-economiche; non sfuggono all’analisi nemmeno le ultime tecnologie e i nuovi materiali, le texture e gli effetti grafici che hanno un impatto sul colore, dai social network ai grandi eventi sportivi.

Il 2020 aveva sancito il successo di una particolare sfumatura di blu che ricorda Ila tonalità del cielo all’imbrunire; il 2021, una combinazione di giallo e di grigio, definita “concreta e solida ma allo stesso tempo calorosa e ottimistica”.

Il colore Pantone appena incoronato è il Very Peri, una sfumatura di blu che tende al viola, arricchito da una punta di rosso; una scelta «vivace e gioiosa, che incoraggia la fantasia e una creatività capace di osare». Miscelando la calma del blu e l’energia del rosso, Very Peri risulta una nuance particolarmente calda e innovativa. “Con la creazione di questo nuovo colore – afferma Laurie Pressman, vice presidente del Pantone Color Institute – riflettiamo esattamente l’innovazione e la trasformazione globale in atto. Mentre la società continua a riconoscere il colore come forma fondamentale di comunicazione e modo di esprimere, di influenzare e creare idee ed emozioni, di coinvolgimento e connessione, la complessità di questa nuova tonalità blu infusa di rosso-viola evidenzia le sconfinate possibilità che si mostrano davanti a noi». Date le premesse, Very Peri sembra il colore giusto per ripartire dopo due anni difficili sotto moltissimi aspetti.

Ma veniamo a noi. Mettiamo che sia arrivato il momento di mandare in stampa un file: cosa condiziona la scelta tra colori Pantone e semplice quadricromia?

Facciamo un po’ di chiarezza. La stampa in quadricromia si basa su quattro colori: ciano (C), magenta (M), giallo (Y) e nero (K), per semplicità condensati nella sigla CMYK. Questi colori vengono miscelati tra loro per produrre una vasta gamma di colori secondari. In questo modo è possibile trasferire su stampa oltre il 70% dei colori percepibili dall’occhio umano. Si tratta di un sistema di colori che deriva dalla sintesi sottrattiva: ogni oggetto colpito dalla luce assorbe solo alcune lunghezze d’onda e riflette le altre; il suo colore (o meglio: il colore che riflette) è il risultato della sottrazione dallo spettro luminoso delle frequenze assorbite dallo strato di pigmento.

I colori Pantone prendono il nome dall’azienda americana che, intorno agli anni Cinquanta, ha inventato l’omonimo sistema cromatico divenuto il riferimento internazionale per quanto concerne la gestione del colore in ambito industriale e, ormai, anche nella progettazione grafica. La stampa che si basa sui colori Pantone richiede miscele specifiche di inchiostro grazie alle quali è possibile ricreare fedelmente una data tinta. Con questo sistema è possibile arrivare a riprodurre colori che generalmente non sono previsti dalla stampa in quadricromia, compresi l’oro e l’argento, i colori fluo e quelli metallizzati. Poiché utilizza colori predeterminati e appositamente combinati, la stampa Pantone risulta anche più vivida.

Un Pantone è sostanzialmente una “tinta piatta”: non è ottenuto attraverso la formula sottrattiva del metodo CMYK, ma consiste in un inchiostro premiscelato e colorato in pasta, conforme a una data tonalità consultabile su un catalogo.

Per questa loro caratteristica i colori Pantone presentano un grande vantaggio quando si tratta di stampare elementi di immagine coordinata (su tutti il logo) che abbiano colori istituzionali ben definiti e sempre uguali. Che cioè non possono e non devono subire variazioni di tono dovute, per esempio, alle diverse impostazioni della macchina di stampa tra le diverse tirature o tra diverse aziende di stampa. Perché se il grigio ha almeno 50 sfumature, figuriamoci il blu.